“Quando siamo arrivati quasi non ci credevamo: ma quanti sono? – ci siamo detti”
Gianni Zais presidente di Milano Positiva sabato mattina, 20 Luglio, è rimasto senza parole. Con altre associazione si era dato appuntamento per vedere quanti sarebbero venuti per cancellare le scritte sui muri ai civici 92 e 94 di Via Padova.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. L’ Associazione Retake che si occupa, tra le altre cose, di ripulire i muri imbrattati da graffiti, ha fatto un grandissimo lavoro. S’è presentata con un nutritissimo numero di volontari tra i quali una corposa delegazione di ragazzi italo-cinesi, i quali non hanno perso tempo: si sono sparpagliati tra i civici 94 a scendere, riuscendo a pulire i muri, a spazzare per terra. Insieme a tutte le altre associazioni ha provveduto alla rimozione dei graffiti tra i civici 92 e 94, tra lo stupore degli stessi abitanti del quartiere i quali in molti casi si sono fermati ad applaudire e a ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a rimettere un po’ d’ordine e a rendere esteticamente più gradevoli i muri altresì sporcati dall’incuria, la maleducazione e in alcuni casi dall’incultura di chi, “firmando” i muri, vuole segnare il territorio.
Questione di cultura appunto, perché mi spiegano che in realtà quegli sgorbi che leggiamo sui muri, mi spiega in particolare un writer che passa di lì, sono appunto un modo di segnare il territorio
Ora: ci sono disegni colorati figli della cultura pop – art, della street art, che sono assolutamente belli e che meritano di essere apprezzati. Ce ne fossero di più non sarebbe male. Ve ne sono sui muri di Via Padova, ve ne sono alcuni vicino via Sammartini sulla Martesana, ce ne sono altri lungo i muri tra Viale Monza e Via Padova, che portano in Stazione Centrale, che sono davvero delle opere d’arte. I graffiti, le firme, invece, sono degli orripilanti esercizi di scarso stile. Perché imbrattare i muri con questi sgraziati modi di firmarsi?
Per questo Retake, Milano Positiva, Accogliersi, Persone Città e territori, hanno portato il loro contributo a sostegno della bellezza. Muniti di ramazza, di pitture, rulli e pennelli, sabato mattina si sono impegnati a dare una mano a vivere un po’ meglio. In un contesto in cui l’esempio spesso è il primo step da conquistare, si è tradotta l’idea che il darsi da fare, parte dal basso. Si comincia a cambiare quando il cambiamento diventa in prima persona. E alla fine l’esercizio è riuscito. Un piccolo passo. Un modo per dirsi e per dirci che cambiare è possibile quando inizia dentro di te. Dentro Via Padova qualcosa, e non da adesso, si muove.