Milano Positiva le ambulanze che salvano la vita
Ci passano davanti quasi tutti i giorni. Le sentiamo da casa o mentre siamo negli uffici oppure mentre passeggiamo per le città. Siano esse metropoli o semplici cittadine di periferie. Ed ogni volta che ci passano accanto ci lamentiamo del così detto effetto Doppler. Il disturbo per cui all’aumentare del suo avvicinarsi, maggiore diventa la difficoltà a sostenerne il suono della sirena. Eppure quelle autoambulanze salvano vite umane. Sono antirazziste e democratiche per definizione. Aiutano chiunque stia male. Sia esso un bianco o un nero, il colpevole di un incidente stradale o la sua vittima. I lettighieri e i medici che fanno parte delle equipe si occupano soltanto di preservare la vita di chi si trova ad aver bisogno del suo intervento. L’ambulanza non fa distinzione se per terra ci sia un tossico, oppure ultras di opposte fazioni che si picchiano per una partita di pallone. L’ambulanza corre quando chiamata da un importantissimo uomo d’affari oppure da un’anziana donna rimasta da sola. È strano pensare all’associazione che poche volte facciamo pensando all’arrivo di un’ambulanza mentre siamo ad un semaforo. Siamo in molti, non in tanti, a spostarci per farle spazio e passare. Qualche idiota la segue dopo il suo passaggio. Accade in città, più spesso lungo la corsia di emergenza nelle autostrade. Affollate durante gli esodi estivi in cui le famiglie cercano luoghi in cui ristorarsi per qualche giorno prima di tronare al lavoro. L’ambulanza resta lo spazio ed il luogo in cui la democrazia e la solidarietà si toccano con mano. Mi piace pensare alle “campane” dell’angelo Clarence di “La vita è una cosa meravigliosa” di Frank Capra. Ogni volta che ne suona una, un angelo mette le ali. Forse è proprio così. Nella cinematografia come nella vita di tutti i giorni.